- Ricomincio da qui -

“Siccome la vita è un tessuto continuo, siccome qualsiasi inizio è arbitrario, allora è perfettamente legittimo di cominciare la narrazione in medias res, in un momento qualsiasi.”

Italo Calvino, Lezioni americane

20 Marzo 2021

Mires

 

Vi ricordate del miraggio?

Qualche tempo fa ho riaperto questo libro.
Sono rimasta un’altra volta folgorata come da una rivelazione.
Ho di colpo capito quanto i Mires s’erano infilati nel mio lavoro.
S’erano sedimentati e ricoperti di strati come fossili sommersi.

È quasi primavera, la pioggia ha tolto la crosta del tempo e i Mires tornano in superficie.

Lì pennellate veloci animano i fogli, definiscono delle zolle, degli isolati, che uno accanto all’altro in proliferazione entropica occupano tutto lo spazio.
Tra una zolla ed un’altra altri segni ricoprono le aree restanti. E succede di vedere o le zolle o il resto, o il dentro o il fuori, o la zona di confine.
L’occhio si muove e alterna la visione come se ci fossero due piani e più che a turno si fanno avanti. Se li pensiamo così si vede anche Burri.

Per anni in queste opere di Dubuffet avevo visto solo il segno e la pennellata; si, anche la superficie ritmica come trascrizione del pensiero che si muove nel tempo, ma non esattamente questo.

Adesso paesaggi mentali visti dall’alto o con “piccoli sommovimenti prospettici”, in assenza di scala, affiorano in superficie e mi accorgo di seguirne le tracce.

Mires G 112 (Kiwloon) 9. VIII.1983.

Le cours des choses, Mire G 174 (Boléro),1983.

 

Deskstop.

 

 

 

Anno: 2005-2022

Anno: 2002-2009

Non ci sono commenti per questo articolo


Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *