Oltremare – Intarsio su tela e videoinstallazione 2017

 

Ci sono geografie che ci appartengono profondamente.
Alcune linee rimangono impresse come impronte indelebili.

I paesaggi visti mille volte, i reticoli delle strade infinite volte percorse, creano delle immagini ad un livello retinico molto profondo.

Come il profilo dell’amato, il volto di una madre o gli occhi di una figlia, si mettono lì, linee paesaggi e reticoli, a disegnare e perdurare ciò che del mondo fa parte di noi.

Il mare è mare perché ci sono le terre a definirlo? Definiamo lo scibile attraverso un sistema di opposti? L’alto esiste in quanto esiste il basso?
Giorno notte, dentro fuori, materiale immateriale, pieno vuoto?

Il mare è mare perché le terre lo contengono, fanno da vaso definendone il profilo.
In sé per sé qui Oltremare è un vuoto intermittente, attraversato da varie rotte che ne collegano i confini. Dunque non è importante la lotta perpetua degli opposti o l’armonia finale quanto la questione del vuoto e del confine.

La terra è azzurra, il mare prende forma e colore da quello che c’è sotto. Mantenendo il suo carattere mutevole, il vuoto-mare si manifesta così come presenza, specchia caleidoscopicamente la materia sottostante e la ingloba in se stesso.

 

Intarsio realizzato nel 2017 per Artperformingfestival di Napoli, una mostra a Castel dell’Ovo a cura di Gianni Nappa, che aveva il mediterraneo come tema.
Nel 2019 per la III Edizione della Festa dell’Arte, Migrazioni/Contaminazioni, dell’Università degli Studi della Tuscia, a cura di Patrizia Mania, l’intarsio ha preso vita con una videoproiezione. Nel video, telecamera fissa su una piscina dove un pallone mosso dal vento si sposta da una sponda ad un’altra.

Anno: 2017-2019